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El Greco, il pittore errante alla ricerca della luce

El Greco
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La vita e l’opera di El Greco, il geniale pittore greco che si formò in Italia e si affermò in Spagna, alla ricerca di una luce che trasfigurasse le sue figure allungate e i suoi colori vibranti.
El Greco è uno dei pittori più originali e affascinanti della storia dell’arte. Nato in Grecia nel 1541, si trasferì in Italia nel 1567, dove studiò a Venezia e a Roma, entrando in contatto con i grandi maestri del Rinascimento.

Nel 1577 si stabilì definitivamente in Spagna, dove ricevette importanti commissioni da parte della Chiesa e della nobiltà. La sua pittura si caratterizzò per uno stile unico e inconfondibile, che combinava elementi bizantini, manieristi e barocchi, creando opere di grande intensità spirituale ed emotiva.

Fu un pittore errante, che cercò sempre di esprimere la sua visione personale dell’arte e della religione, senza seguire le mode o le convenzioni del suo tempo. La sua ricerca artistica si concentrò soprattutto sulla luce, che usò come mezzo per trasformare la realtà in una visione mistica e sublime. Le sue figure allungate e i suoi colori vibranti sono il segno distintivo della sua pittura, che anticipò di secoli le avanguardie moderne. In questo articolo, ripercorreremo la vita e l’opera del pittore errante alla ricerca della luce.

El Greco: l’origine greca e la formazione italiana

Nacque a Candia, l’attuale Iraklio, in Creta, nel 1541. Il suo vero nome era Domenikos Theotokopoulos, ma fu conosciuto come El Greco, il Greco, per la sua origine e per distinguerlo dagli altri pittori del suo tempo. Creta era allora una colonia veneziana, e  ricevette la sua prima formazione artistica nella tradizione della pittura bizantina, che si basava sull’uso di icone sacre e di colori luminosi. El Greco si specializzò nella produzione di icone, che vendeva ai mercanti veneziani e ai pellegrini ortodossi.

Tuttavia, il giovane pittore sentì presto il desiderio di ampliare i suoi orizzonti e di conoscere le novità artistiche che provenivano dall’Italia, il centro del Rinascimento. Nel 1567, si trasferì a Venezia, dove entrò nella bottega di Tiziano, il più famoso pittore veneziano.

Qui,  apprese la tecnica della pittura ad olio, che gli permise di ottenere effetti di luce e di colore più ricchi e vari. El Greco fu anche influenzato da altri pittori veneziani, come Tintoretto e Veronese, che si distinguevano per la loro audacia compositiva e per il loro dinamismo espressivo. Assimilò questi elementi, ma li reinterpretò in modo personale, dando vita a opere originali e innovative. Alcuni esempi sono il Ritratto di Giulio Clovio, il San Francesco in estasi e la Purificazione del tempio.

Nel 1570,  si spostò a Roma, dove sperava di ottenere il favore del papa e dei cardinali, i maggiori committenti d’arte della città. A Roma,  entrò in contatto con il manierismo, lo stile che dominava la scena artistica romana, caratterizzato da una raffinatezza formale e da una complessità concettuale.

El Greco fu attratto dal manierismo, ma anche critico nei confronti di alcuni suoi esponenti, come Michelangelo, che accusò di non saper dipingere. El Greco si fece notare per il suo orgoglio e per la sua indipendenza, che gli crearono non pochi problemi con le autorità ecclesiastiche. Realizzò alcune opere importanti a Roma, come il Ritratto di Vincenzo Anastagi e la Resurrezione di Cristo, ma non riuscì a ottenere il successo sperato. Deluso e frustrato, decise di lasciare l’Italia e di cercare fortuna altrove.

L’affermazione spagnola e la ricerca della luce

Nel 1577, si trasferì in Spagna, dove trovò finalmente il suo ambiente ideale. Si stabilì a Toledo, la città che era stata la capitale del regno spagnolo fino al 1561, quando Filippo II la trasferì a Madrid. Toledo era una città ricca di storia e di cultura, dove convivevano cristiani, ebrei e musulmani.

El Greco fu attratto dalla spiritualità e dal misticismo che si respiravano a Toledo, dove fiorivano le opere di scrittori e teologi come san Giovanni della Croce e santa Teresa d’Avila. El Greco si identificò con la religiosità spagnola, che era intensa e drammatica, ma anche aperta e tollerante. Ricevette importanti commissioni da parte della Chiesa e della nobiltà, che apprezzarono il suo stile originale e innovativo.

El Greco si affermò come uno dei maggiori pittori spagnoli, e creò opere di grande valore artistico e spirituale. Tra queste, spiccano il Martirio di san Maurizio, il Ritratto del cardinale Niño de Guevara, il Cavaliere con la mano sul petto, il Sogno di Filippo II, la Vista di Toledo e il Sepolcro del conte di Orgaz.

In tutte queste opere dimostrò la sua maestria nel trattare il tema della luce, che divenne il filo conduttore della sua pittura. El Greco usò la luce come un mezzo per trasfigurare la realtà in una visione mistica e sublime.

El Greco dipinse la luce come una forza divina, che illuminava e trasformava le sue figure allungate e i suoi colori vibranti. El Greco creò contrasti tra luce e ombra, tra cielo e terra, tra naturale e soprannaturale.

El Greco fu un pittore visionario, che anticipò di secoli le avanguardie moderne, come l’impressionismo e l’espressionismo. El Greco fu un pittore errante, che cercò sempre di esprimere la sua visione personale dell’arte e della religione, senza seguire le mode o le convenzioni del suo tempo.

La morte e il lascito di El Greco

Morì a Toledo nel 1614, all’età di 73 anni. Fu sepolto nella chiesa di Santo Domingo el Antiguo, dove aveva dipinto il suo primo capolavoro spagnolo, l’Assunzione della Vergine.

El Greco lasciò una vasta produzione artistica, che comprendeva oltre 200 dipinti, oltre a disegni, incisioni e sculture. El Greco fu anche un teorico dell’arte, che scrisse alcuni trattati in cui espose le sue idee e i suoi principi estetici. El Greco fu un artista geniale e originale, che non ebbe molti seguaci o imitatori.

La sua pittura fu considerata troppo strana e eccentrica dai suoi contemporanei e dai critici successivi, che la giudicarono come frutto di una visione distorta o di una malattia degli occhi. El Greco fu dimenticato per secoli, fino a quando non fu riscoperto nel XIX secolo, grazie all’interesse di alcuni artisti e intellettuali romantici, come Théophile Gautier, Eugène Delacroix e Edgar Degas.

El Greco fu poi rivalutato e apprezzato dalle avanguardie artistiche del XX secolo, come il cubismo, il surrealismo e l’astrattismo, che videro in lui un precursore e un maestro. El Greco fu riconosciuto come uno dei grandi pittori della storia dell’arte, e la sua influenza si fece sentire su artisti come Pablo Picasso, Paul Cézanne, Jackson Pollock e Mark Rothko.

El Greco fu un pittore errante, che cercò sempre di esprimere la sua visione personale dell’arte e della religione, senza seguire le mode o le convenzioni del suo tempo. Fu un pittore alla ricerca della luce, che usò come mezzo per trasfigurare la realtà in una visione mistica e sublime che anticipò di secoli le avanguardie moderne, con il suo stile unico e inconfondibile, ci ha lasciato opere di grande valore artistico e spirituale, che ci invitano a guardare il mondo con occhi nuovi e diversi.

Come disse lo scrittore francese André Malraux, “El Greco è il primo grande pittore che non dipinge il mondo, ma lo trasforma”. E tu, cosa pensi della pittura di El Greco? Ti piace o ti disturba? Ti emoziona o ti lascia indifferente? Ti sfido a scoprirlo visitando una delle sue opere, o anche solo guardandola su internet. Ti assicuro che non rimarrai deluso.

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