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Guadalperal: “Stonehenge di Spagna”

Guadalperal

Ad Agosto scorso in Spagna una siccità senza precedenti ha riportato alla luce il così detto tesoro di Guadalperal, uno dei più grandi e meravigliosi monumenti megalitici della penisola iberica, rimasto sommerso per quasi sei lunghi decenni.

Il sito non era rimasto nascosto per i cambiamenti climatici ma era nascosto sotto le acque del bacino di Valdecañas per volere del regime di Franco.

Il dittatore desiderava passare alla storia per le grandi opere idrauliche, il complesso era scomparso nel 1963.

Gli abitanti di Peraleda de la Mata (Cáceres) avevano sentito parlare di una serie di pietre antiche a pochi chilometri da casa loro, ma non hanno mai avuto l’opportunità di vedere il tesoro immenso che esiste al loro fianco.

Guadalperal la Stonehenge spagnola

Definito da molti la Stonehenge spagnola, è un complesso funerario databile tra il 4.000 e il 2.500 a.C., di 114 pietre con camera ovale di cinque metri di diametro e un corridoio di 21 metri di lunghezza, che restituiscono al sito il nome originale, ovvero i Dolmen del Guadalperal, danneggiati circa due millenni fa da soldati romani.

Per avere un’idea di come era il concetto iniziale, bisognerebbe immaginarsi le pietre coperte da un tumulo con un corridoio di accesso alla camera, sempre orientata verso la luce del sole e con una serie di incisioni lungo il percorso: l’antenato insomma delle case funerarie odierne.

In un menhir alto circa due metri vi sono scolpiti un serpente e diverse tazze e secondo l’antica tradizione romana, erano simboli di protezione; su un’altra delle pietre del complesso, invece, si trova una linea sinuosa che sembra essere uno dei primi cenni riguardo alle mappe della cartografia europea: potrebbe corrispondere, secondo Ángel Castaño, presidente dell’associazione culturale Raíces de Paralêda, di Peraleda de la Mata, ai meandri del fiume Tago.

Il Tago è una delle principali frontiere naturali che dividono la penisola iberica in due ed è quasi impossibile da attraversare nella zona dell’Estremadura, ma accessibile in questo luogo riaffiorato dall’acqua.

Proprio questa associazione, ha lanciato un appello online per la salvaguardia del posto, prima che venga nuovamente coperto dalle acque: “Le pietre sono di granito, sono molto porose e si crepano”, spiega Castaño. “Per sollevare un monumento e spostarlo è necessario un rapporto archeologico ben documentato, così come sono necessari studi corrispondenti per assicurare che il trasferimento dei pezzi non comporti rotture o danneggiamenti”, aggiunge Bueno Ramírez, professore di Preistoria Primitiva, il quale specifica che è necessaria una documentazione 3D prima di prendere una misura di questo tipo.

Nonostante sembra non vi sia nessun interesse da parte delle autorità, è partita la corsa alla salvaguardia di questi tesori sparsi nella penisola spagnola: il patrimonio megalitico del paese si espande nell’intera area sudoccidentale. Si conoscono dolmen sommersi in altri bacini come Guadancil, a pochi chilometri da Guadalperal.

Una corsa contro il tempo, prima che la storia venga definitivamente distrutta dall’incuria nazionale.

Questa volta il  cambio clima ci ha fatto scoprire ciò che l’uomo aveva ricoperto, chissà se l’opera pubblica del Generalissimo Franco aveva dato un valore aggiunto alla zona?

 
 

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