Io bambina anni 70, impazzivo per i chiodini. Era uno dei giochi che mi piacevano di più. Li rubavo sempre a mio fratello. Li adoravo come adoravo le costruzioni della Lego.
Secondo me i chiodini e le costruzioni stavano agli anni 70 come il Tetris agli anni 90 e il Fortnite al 2020.
Nella loro prima reclame della Quercetti figuravano dei bambini in camice bianco un po’ “saputi” e con gli occhiali, “I Maestri”. Il messaggio era che il gioco era una pratica seria, didattica, formativa, mentre oggi anche se la crescita deve avere altrettanto un supporto ludico, ma non si riesce a finalizzarlo passando dai giochi del bambino.
Alessandro Quercetti
I chiodini nascono da un’idea di Alessandro Quercetti classe 1920, pilota da caccia nella seconda guerra e collezionista di aeromodelli a elastico. Costui rafforzò l’azienda paterna esportando nel 1953 dalla Francia l’idea che i fiammiferi di legno con la capocchia in ceralacca colorata, ritenendo che potessero diventare un gioco creativo. Infatti Se conficcati in un foglio di cartone traforato, a formare disegni e sagome fantastiche, i chiodini rimangono quasi l’archetipo pionieristico di gioco educativo.
Nel 2015 la Quercetti ha prodotto un miliardo di pezzi (pezzetti, funghetti, chiodini…) in un anno.
I chiodini Quercetti hanno avuto una vita parallela simile al mattoncino Lego.
Variando le dimensioni (diametri tra i 5 e i 20 millimetri) e le tavolozze, i chiodini superano i momenti più difficili, fino a sovrastare con leggerezza il mare magnum del digitale e a rinascere a nuova vita nell’epoca in cui si cercano rimedi manuali, tattili all’eccesso di virtualità che invade anche il mondo infantile.
Lo studio dei neuroscienziati
Una ricerca di neuroscienziati dell’Università di Stoccolma, dimostra che il chiodino oltre a essere un gioco di destrezza manuale per il bambino, stimola le aree del cervello che interessano il linguaggio: dunque se questo è vero, più si gioca con il chiodino, più si sviluppa la competenza verbale. Forse per questo è stato inventato il «pixel» per adulti, ovvero un chiodino più piccolo, grazie al quale anche un novantenne è chiamato a comporre mosaici che da lontano hanno l’aspetto di immagini fotografiche, ritratti, paesaggi, riproduzioni di opere d’arte.
I Disegni con i Chiodini
A mio avviso a ulteriore stimolo per tutti gli artisti, andrebbero riproposti non i chiodini di plastica ma proprio le vecchie versioni ceralacca esportate dalla Francia da Cerquetti, questo per i bambini.
In più con capocchia di pietra colorata o legno colorato e veri chiodi sarebbero materiale interessante per i laterizzi. Tale materiale permetterebbe a artigiani e a esperti del parquet , tante tecniche di decoro e tanti nuovi mosaici.
Sono un siciliano appassionato da anni di programmazione web, grafica, foto e video. Creo e gestisco siti web, mi occupo di fotografia, e di tante altre cose che ti lascio scoprire seguendomi sui miei siti e social….