Nel numero di oggi del celebre quotidiano La Repubblica, è apparso un articolo, firmato dall’autorevole Riccardo Luna, ex direttore di Wired e dal 2014 Digital Champion (il referente per l’Italia per la politica dell’Agenda Digitale Europea) che mette ancora una volta al centro del ciclone il mondo dei videogiochi, in particolare GTA 5. Ma procediamo con ordine.
Nell’articolo viene menzionata una lettera inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi dal vicepresidente della Commissione Cultura della Camera, la scienziata Ilaria Capua. In questa missiva viene chiesta una maggiore informativa per quanto riguarda il mondo dei videogiochi, in particolare per quei classificati come PEGI 18+.
Nell’articolo viene sottolineata la libertà di scelta da parte del giocatore presente in GTA 5, anche se viene menzionata in particolar modo una scena dove il protagonista si intrattiene con un prostituta e, dal momento che “in GTA non può finire così”, decide poi di ucciderla liberamente e brutalmente. Questa dichiarazione appare un po’ superflua e volutamente accusatoria, dal momento che, grazie alla libertà citata dallo stesso articolo, questa scena potrebbe finire prima dell’uccisione o addirittura non avere nemmeno inizio.
Ancora un volta viene tirato in ballo il mondo dei videogiochi, e in particolar modo GTA 5, per accuse che potrebbero essere rivolte tranquillamente ad altri media, quali la televisione, che spesso non si prendono troppo la briga di censuare contenuti vietati ai minori durante fasce protette, senza parlare del vasto mondo di internet con le sue possibilità. È senza dubbio vero che occorre una maggior responsabilità da parte dei rivenditori quando si tratta di vendere giochi targati PEGI 18+, ma in particolar modo serve una maggiore attenzione da parte dei genitori e non solo per quando riguarda questo genere di videogiochi, ma per tutto il mondo dei media che può offrire con estrema facilità contenuti vietati ai minori. Si può essere sostanzilamente d’accordo con il contenuto dell’articolo, che parla di come ci debba essere maggior controllo sui contenuti che vengono proposti a minori e adolescenti, ma come mai non scrivere un pezzo anche per un film che un ragazzo può tranquillamente comprare in videoteca come arancia meccanica?
Un grazie a Luna perchè è uno dei pochi che nel trattare questo argomento ha chiaramente scritto: “Naturalmente da qui a trarre la conclusione che chi gioca a GTA rischia di diventare un potenzialefemminicida ce ne passa”. E meno male!
Il mondo videoludico non è certamente il male, ma forse il male risiede in chi non riesce a vedere con il giusto occhio questa arte: un universo poco conosciuto e basato su troppi luoghi comuni creati dalla cattiva informazione.
Fonte: http://www.games.it/
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