Molto spesso si ritiene che una delle ragioni principali dietro il successo del videogaming sia rappresentata dalla possibilità di vivere esperienze precluse nella vita reale. In effetti, almeno a guardare diversi generi videoludici, l’asserzione trova puntuale riscontro: basti pensare agli innumerevoli titoli storici, fantasy, ma anche gestionali o semplici platform che, per i temi trattati, sono l’unica possibilità di calarsi in determinati contesti, ancorché solo videoludici. Naturalmente, anche nel caso di titoli simulativi si può dire lo stesso: basti considerare simulatori di guida o di sport per rendersi conto che, nonostante il realismo, al centro dell’esperienza vi sia comunque la possibilità di entrare in un mondo non accessibile a tutti, come quello delle corse motoristiche o dello sport professionistico.
I due estremi videoludici, da una parte i simulatori e dall’altra i restanti, sono però accomunati da un aspetto spesso sottovalutato: la presenza di elementi simulativi. Certo, questi sono al centro della prima categoria: il gameplay stesso si basa su un grado più o meno alto di realismo. Ma elementi simulativi sono presenti in maniera trasversale in qualsiasi contesto videoludico, segnalandosi come un elemento spesso essenziale delle più disparate esperienze di videogaming.
Si possono prendere ad esempio dei titoli di guida, dove la simulazione è al centro dell’esperienza videoludica: non è esagerato dire che i migliori simulatori di guida sono quelli che meglio interpretano il realismo dell’esperienza offerta. Un elemento essenziale è, per esempio, la simulazione della fisica e delle collisioni. Se infatti sarebbe sufficiente, per differenziare il comportamento delle vetture, assegnare diversi valori numerici a statistiche come velocità, aderenza e così via, è evidente che l’utilizzo di un motore apposito sia in grado di garantire una simulazione della fisica molto più attinente alla realtà. Direttamente connesso è il discorso delle collisioni: se in astratto basterebbe prevedere che a un urto corrisponda una determinata deformazione della carrozzeria, resa attraverso una nuova texture, l’utilizzo di appositi hitbox permette di simulare in maniera molto più realistica singoli danni e gradi degli stessi. A ben vedere, la stessa simulazione della fisica, intesa come gravità, attrito e così via, si presta ad applicazioni videoludiche: sono innumerevoli ancora oggi, negli store per smartphone, le applicazioni dedicate proprio a questo particolare gameplay.
Altri aspetti simulativi possono includere la varietà di esperienza offerta, raggruppando esperienze ludiche che, nella realtà, potrebbero essere non disponibili ovunque. Un ottimo esempio viene dal blackjack, con i più importanti siti specializzati che per esempio includono il blackjack europeo: questo differisce da quello tradizionale perché il banco è sprovvisto di una carta coperta, o hole card, riproponendo una variante che, come suggerisce il nome, ha visto particolare diffusione proprio in Europa, risultando quindi familiare agli appassionati originari di queste latitudini. Non solo, quindi, un gioco di per sé simulativo permette di cimentarsi in un’attività tradizionalmente in presenza; in questo caso, in aggiunta, l’elemento simulativo si trova nella varietà dell’esperienza offerta, che realisticamente riprende diverse versioni geograficamente distanti.
Si può ancora pensare, specialmente in titoli caratterizzati da ampie mappe di gioco, alla simulazione del passare del tempo, normalmente con l’utilizzo di un ciclo fra giorno e notte: in titoli open world, dove il realismo è spesso lontano dall’elenco degli obiettivi da perseguire, simulare l’alternanza fra giorno e notte punta a una maggiore immersione del giocatore, inserendo un elemento simulativo solo apparentemente fuori posto. Lo stesso fanno alcune soluzioni più particolari, specie in quei titoli dove è presente un protagonista sempre al centro delle vicende: rendere l’idea del passaggio del tempo attraverso il logorio del vestiario, la crescita dei capelli o magari della barba sono anch’esse soluzioni simulative, spesso inserite in contesti non necessariamente improntati al realismo ma che proprio attraverso quest’ultimo cercano di aumentare il coinvolgimento del giocatore.
Insomma, la simulazione è una componente essenziale del videogaming. Che si tratti di titoli già di per sé simulativi o di titoli che non hanno alcuna pretesa di esserlo, elementi simulativi fanno la loro comparsa in maniera diffusa: che puntino a espandere l’esperienza di gioco, ad aumentare il livello di realismo o semplicemente a dare un elemento di verosimiglianza a un contesto interamente di fantasia, le componenti simulative rappresentano una delle costanti più presenti nel mondo del videogioco.