Il 10 gennaio l’Ansa ha dato la notizia della scomparsa della campionessa di Taekwondo, Kimia Alizadeh. Klimia è una ragazza di 21 anni iraniana, unica donna vincitrice di una medaglia olimpica per l’Iran.
Kimia Alizadeh, ha vinto la medaglia di bronzo ai Giochi di Rio nel 2016. La ragazza non si sarebbe presentata alle selezioni in vista delle Olimpiadi di Tokyo. Su Internet circola una fotografia di scarsa qualità che sembra mostrare l’atleta a testa scoperta e in compagnia di altri giovani, uomini e donne, in contravvenzione delle norme islamiche in vigore in Iran che impongono il velo e una rigida segregazione tra i sessi.
L’atleta ha deciso di emigrare in Olanda per gareggiare sotto la bandiera di un altro Paese alle prossime Olimpiadi di Tokyo.
Cos’è il Taekwondo?
Il taekwondo è un’arte marziale coreana e uno sport da combattimento a contatto pieno, nato fra gli anni ’40 e ’50 del ‘900 e sport nazionale in Corea del Sud, basato principalmente sull’uso di tecniche di calcio, inteso come colpo. Combina tecniche di combattimento volte alla difesa personale e alla pratica agonistica soprattutto come sport olimpico, ma anche come esercizio ed in alcuni casi filosofia e meditazione. Nel 1989 è divenuto l’arte marziale più popolare al mondo in termini di praticanti. Il gyeorugi, un tipo di sparring praticato nel taekwondo, è un evento olimpico dal 2000.
Klimia ha lasciato il suo paese
Klimia è stata accolta in Olanda, e in un’intervista ha evidenziato cosa vuol dire essere una donna in Iran. Infatti la campionessa ha affermato che gli atleti olimpici se vincono sono giocattoli per la propagande e le donne nonostante abbiano dato prova di grande coraggio e abilità nei campi più svariati, non godono di uguali diritti rispetto agli uomini e le opportunità di migliorare la propria condizione sociale ed economica rimangono scarse.
Ci sono molte regole non scritte a cui le iraniane devono attenersi che si sommano ai già vistosi limiti codificati, e i più impietosi sono gli insulti ed avances esplicite che le donne iraniane sono costrette a subire ogni giorno. Non c’è alcuna tutela verso questo tipo di abuso.
Certo considerato le capacità di Klimia con le arti marziali, fossi un uomo avrei paura a insultarla, ma quello su cui un uomo gioca è proprio l’autocontrollo e sottomissione delle donne islamiche, una vera vigliaccata quindi.