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San Valentino: storia e leggenda

vi siete mai chiesti perchè si festeggia San Valentino e quali sono le origini di questa festa?
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Secondo le fonti storiche, lo festeggiamo ogni 14 febbraio, da almeno 600 anni ed  i primi a festeggiarlo furono i francesi e poi man mano questa ricorrenza si è diffusa in ogni parte del mondo.

Il mese di febbraio, è considerato il mese del romanticismo e della rinascita, infatti secondo un’antica tradizione pagana, questo mese indicava l’inizio della fine dell’inverno ed il risveglio della terra.

Ma vi siete mai chiesti perchè si festeggia San Valentino e quali sono le origini di questa festa?

San Valentino: le origini

Come spesso accadeva in passato, la sua origine coincide con il tentativo della Chiesa cattolica di “cristianizzare” una festa pagana romana, la “lupercalia” rituali dedicati a Fauno Luperco, considerato il Dio della campagna e della fertilità e protettore dei greggi.

Si trattava di celebrazioni dall’origine molto antica e legate al ciclo naturale della morte e della rinascita, quindi al passaggio tra l’inverno e la primavera.

I riti pagani venivano celebrati il 15 febbraio ed erano caratterizzati da comportamenti trasgressivi che ben poco avevano a che vedere con la morale cristiana dell’epoca.

I “luperci”, i sacerdoti romani, si riunivano nella grotta sacra, in cui secondo la leggenda, fossero nati Romolo e Remo e li avrebbe allattati e curati la lupa.

In questa grotta sacrificavano alcune capre ed un cane una capra per la fertilità ed un cane per purificare i celebranti.

Scuoiata la capra ne immergevano la pelle nel sangue purificatore, e poi la usavano per colpire le donne e “donare” loro la fertilità.

 

La celebrazione di San Valentino vede le sue origini in epoca romana, alle porte dell’anno 500 d.C. quando il pontefice allora in carica, Papa Gelasio I, volle cancellare i “lupercalia“, rituali di origine pagana dedicati a Luperco, considerato il dio della fertilità. I riti pagani venivano celebrati il 15 di Febbraio ed erano caratterizzati da comportamenti trasgressivi che ben poco avevano a che vedere con la morale cristiana dell’epoca. L’apice dei festeggiamenti prevedeva che le matrone romane si sottoponessero volontariamente ai colpi di frusta di un gruppo di uomini nudi, fedeli a Fauno Luperco. Persino le donne in stato di gravidanza partecipavano al rito, convinte che sarebbe stato di buon auspicio per il bambino.

Le origini della nuova festa

Per rompere questa tradizione e sdoganare la nuova festa degli innamorati il pontefice decise di modificare la data, anticipandola di un giorno, il 14 Febbraio, ovvero il giorno che si festeggia San Valentino, che in questo modo si è ritrovato ad essere il santo protettore degli innamorati.

 

Per quanto riguarda la storia personale di San Valentino, invece, gran parte è un mistero. Quello che si festeggia il 14 febbraio, è probabilmente il santo a cui, nel 496, papa Gelasio I dedicò una festa personale proprio in questo giorno, che coincideva con la festa degli innamorati. Lo scopo, come spesso accadeva in passato, era quello di cristianizzare una festa pagana romana, la “lupercalia“, che si rifaceva ad antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità. Inoltre, allora non aveva il significato dell’amore in senso romantico, significato che venne attribuito solo dopo molti anni.

 

I sacerdoti di questo ordine entravano nella grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo, e qui compivano sacrifici propiziatori. Contemporaneamente lungo le strade della città veniva sparso il sangue di alcuni animali.

I nomi di uomini e donne che adoravano questo Dio venivano inseriti in un’urna e poi mischiati; quindi un bambino estraeva i nomi di alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità, affinché il rito della fertilità fosse concluso. I padri precursori della Chiesa, decisi a mettere fine a questa pratica licenziosa, vollero trovare un santo degli innamorati per sostituire l’immorale Lupercus. Nel 496 d.C. Papa Gelasio annullò la festa pagana decretando che venisse seguito il culto di San Valentino.

 

La festa romana aveva una liturgia assai diversa da quella che festeggiamo oggi.

I cristiani misero fuori legge i Lupercalia. Alla fine del quinto secolo Papa Gelasio la sostituì con San Valentino, il 14 febbraio. Ma solo molto dopo questo festeggiamento è stato legato al concetto di amore. Durante il Medioevo, ad esempio, era comunemente creduto sia in Francia che in Inghilterra che il 14 febbraio fosse solo la data che dava inizio alla stagione degli accoppiamenti degli uccelli. Un tassello verso la definitiva consacrazione del Santo come protettore delle coppie e degli innamorati.

Probabilmente accogliendo alcuni elementi dell’agiografia di San Valentino, nel 496 d.C. papa Gelasio I decise di istituire una festività religiosa espressamente dedicata agli innamorati. L’idea era di sovrapporla a una festa romana preesistente, i Lupercali: si trattava di celebrazioni dall’origine molto antica e legate al ciclo naturale della morte e della rinascita, dunque al passaggio fra inverno e primavera.

Nel corso del tempo i Lupercali assunsero anche connotazioni sociali e politiche, comprendendo un sovvertimento o addirittura una temporanea distruzione dell’ordine costituito in modo che quel medesimo ordine potesse rinascere purificato.

Alcuni aspetti di questa tradizione romana sfociarono nel Carnevale, ma in questa sede ci interessa parlare degli innamorati. Ebbene, tra le varie cose che accadevano durante i Lupercali c’era un rito di fertilità in base al quale giovani nudi percuotevano con fascine di rami le fanciulle della comunità: lo facevano in pubblico, in mezzo alla strada o alla piazza, allo scopo di propiziarne la fertilità.

Non è chiaro se, in onore del dio agreste Fauno-Luperco, l’amore carnale fosse almeno in parte un elemento del rito, o magari un corollario tollerato. In ogni caso, già nel tardo impero romano i Lupercali erano guardati con sospetto: l’arrivo dei papi cristiani completò il cerchio. Gelasio I decise dunque di sovrapporre alla celebrazione dell’amore sensuale una festa dedicata all’amore romantico, privo di espliciti riferimenti alla sessualità, a meno di non intenderla come riproduzione all’interno del vincolo matrimoniale. Nel corso dei secoli successivi, la connotazione romantica ha preso il sopravvento su quella relativa a un’unione consacrata e oggi fare un regalo alla persona amata non implica necessariamente un fidanzamento.

 

La festa degli innamorati nasce come risposta cristiana ad un’antica festività pagana romana, i Lupercalia. Nell’antica Roma, già dal quarto secolo a.C., il 15 febbraio, venivano organizzati rituali e cortei dedicati alla rinascita della natura e alla sovversione o addirittura temporanea distruzione dell’ordine costituito in modo che quel medesimo ordine potesse rinascere purificato. 

Durante questi rituali veniva celebrata la sessualità umana nelle sue forme più primordiali e ancestrali, impersonata dal dio Luperco, protettore della fertilità. Queste celebrazioni vennero considerate inappropriate e immorali già all’epoca del Tardo Impero Romano, fino ad arrivare alla completa messa al bando ad opera dei papi cristiani. Nel 496 d.C., infatti, Papa Gelasio mise fine a questa festa pagana spostandola il giorno precedente (14 febbraio) e sostituendola con una festività dedicata all’amore romantico, sotto la protezione del santo Valentino.

 

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