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Biancaneve e le altre

Biancaneve e i Sette Nani è tra le più famose favole del mondo,. Popolarissima e conosciuta per la sua stesura da parte dei Fratelli Grimm  del 1857.  Come molti racconti dei Grimm si ispira alle leggende e alle storie della tradizione popolare tedesca. La versione del 1857 e che viene oggi universalmente raccontata è quella più “rosea” e ascoltabile da parte di un pubblico non adulto.

Come era la favola all’inizio?

Biancaneve e le altreNella  prima versione del 1812 , la fiaba è profondamente diversa da quella che tutti noi conosciamo. La matrigna è in realtà la madre di Biancaneve, che ha soltanto sette anni, e la vuol fare uccidere per mangiarle fegato e polmoni con sale e pepe.

Il principe la conosce nella bara di vetro quando era già caduta  nel sonno per il veleno della mela in un momento imprecisato dell’età di Biancaneve  . Lei viene risvegliata non da un bacio del principe, ma dagli strattonamenti dei servi, stanchi di vedere il principe iracondo a causa dell’amore necrofilo per il cadavere della ragazza.

La regina cattiva infine muore uccisa per vendetta di Biancaneve e del Principe, che la invitano al loro matrimonio e la costringono a indossare delle scarpe di ferro arroventato. Le scarpe  che prima bruciano i piedi alla matrigna,  poi la costringono a ballare sino a cadere morta per lo sfinimento. Poco educativa come fiaba. Biancaneve e il principe si vendicano pure!

La vera BiancaNeve:  Margaretha von Waldeck?

Biancaneve e le altre
Margaretha von Waldeck

Eckhard Sander , storico ha pubblicato nel 1994, un libro dal nome  Schneewittchen: Marchen oder Wahrheit? (Biancaneve: è una fiaba?), sostenendo di aver scoperto la genesi dietro la fiaba dei Grimm. Per Sander il personaggio di Biancaneve si basa sulla vita di Margaretha von Waldeck, una contessa tedesca nata nel 1533., da Filippo IV e dalla prima moglie

All’età di 16 anni Margaretha fu costretta dalla matrigna, Katharina di Hatzfeld, ad allontanarsi da Wildungen e andare in semi-esilio a Bruxelles.

Biancaneve e le altre
Filippo II, dipinto da Tiziano

A Bruxelles, contro il volere del padre e della matrigna, Margaretha si innamorò di un principe che sarebbe poi diventato Filippo II di Spagna.

La relazione era infatti “politicamente scomoda”, e la ragazza morì misteriosamente a soli 21 anni, a quanto sembra mediante avvelenamento. I resoconti storici indicano come probabile mandante dell’omicidio il Re di Spagna, che si oppose alla storia d’amore fra il figlio e la ragazza, e che inviò agenti speciali spagnoli ad uccidere la giovane Margaretha.

Biancaneve e le altreGli elementi contenuti nella fiaba sono presenti, in senso lato, anche nella realtà.

I sette nani sarebbero i piccoli bambini che erano schiavi di Filippo IV e che lavoravano per lui nelle miniere di rame. Questi non solo erano costretti a fatiche disumane in giovane età, ma ne risultavano poi deformati da adulti perché denutriti o enormemente provati dagli sforzi fisici subiti durante l’infanzia.

La mela avvelenata, sempre secondo lo scrittore, sarebbe riconducibile a un evento storico accaduto in Germania, che vide un anziano arrestato per aver dato delle mele avvelenate a dei bambini, colpevoli di aver tentato di rubare la merce dell’uomo.

Un’ altra Biancaneve: Maria Sophia von Erthal

Biancaneve e le altre
Maria Sophia von Erthal

Di altra opinione sono un gruppo di studiosi di Lohr, in Baviera:  Biancaneve si ispira alla vita di Maria Sophia von Erthal nata il 15 giugno 1725 a Lohr am Main, in Baviera.

La ragazza era figlia di un proprietario terriero, il principe Philipp Christoph von Erthal, e di sua moglie, la baronessa Von Bettendorff.

Dopo la morte della baronessa, il principe Philipp sposò Claudia Elisabeth Maria von Venningen, contessa di Reichenstein, che non gradiva la presenza dei figliastri.

Lo specchio al museo di Spessart

biancaneve sette nani 6Il castello dove vivevano  i von Erthal  ora museo Museo Spessart, ospitava un famoso “specchio parlante”, un giocattolo acustico in grado di registrare e riprodurre la voce di chi gli parlava . Lo specchio, costruito nel 1720 dall’Industria dello specchio dell’Elettorato di Magonza a Lohr, era un dono del principe alla seconda moglie.

I nani nella storia di Maria sono legati ad una città mineraria, Bieber, situata a ovest di Lohr e nascosta fra sette montagne. Le gallerie più piccole potevano esser raggiunte solo da minatori molto piccoli, che spesso indossavano cappucci colorati, proprio come sono stati rappresentati i nani nel corso dei secoli.  Gli studiosi di Lohr sostengono che la bara di vetro possa esser collegata alle famose vetrerie della regione, mentre la mela avvelenata possa esser associata con il veleno belladonna che cresce copioso nei pressi del castello.

Una matrigna  proprio cattiva

La matrigna di Maria Sophia costrinse la ragazza a fuggire di casa, rendendola nei fatti una vagabonda. La ragazza visse alcuni anni nei boschi limitrofi alla magione, aiutata dai piccoli minatori che lavoravano nelle miniere del padre, e morendo infine di vaiolo. L’avversione del volgo nei confronti della perfida Claudia Elisabeth Maria von Venningen rese la giovane ragazza una martire, morta per l’odio che la donna provava nei confronti della sua fulgida bellezza.

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Mia opinione, che quale sia l’origine popolare, i due casi a me fanno pensare che la matrigna è di sicuro una megera, ma il padre un coglione!

Infatti il padre di Margaretha aveva avuto dal primo matrimonio 10 figli, e con la seconda neanche uno.  Ma alla morte di quest’ultimi non aveva più un figlio in vita e si sposò per la terza volta per assicurarsi una discendenza. Un anaffettivo cara Biancaneve!

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